Mostra del Cinema di Venezia

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LaFallenAngel
view post Posted on 4/9/2012, 08:33




Da Repubblica (che tra l'altro ha una sezione del sito dedicata completamente alla rassegna)
www.repubblica.it/speciali/cinema/venezia/edizione2012/

CITAZIONE
IN CONCORSO
Scandalo sesso col crocifisso - Alla Mostra il giorno di Seidl

Il controverso regista austriaco porta al Lido "Paradise: Faith", protagonista una donna maniaca religiosa e ossessionata anche carnalmente dal Cristo
dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE

VENEZIA - Immancabile quanto il Leone d'oro, il red carpet e i dibattiti sui look delle dive, ecco sbarcare alla Mostra il film scandalo annunciato: Paradise: Faith di Ulrich Seidl, regista che già aveva lasciato il segno alcuni anni fa con il suo Canicola. Una presenza molto attesa, la sua. Visto che, nei due giorni precedenti, non si è parlato d'altro che di una sequenza in cui la protagonista, l'attrice Maria Hoffstatter, si dedica all'autoerotismo utilizzando come strumento un crocifisso.

E la scena, effettivamente, nella pellicola c'è, come sanno i cronisti che l'hanno vista ieri sera in anteprima: sullo schermo vediamo la donna che stacca l'oggetto (piuttosto grosso) dal muro, lo lecca e poi lo usa per darsi piacere. Detta così, sembra fortissima: ma la brevità, un certo pudore nelle immagini e l'ironia generale che pervade l'opera la rendono meno scioccante di quanto apparisse sulla carta. Anche se farà comunque discutere. Soprattutto perché fa vedere in maniera molto diretta il tema più forte del film: l'ossessione religiosa, la passione non solo spirituale ma anche carnale per il Cristo.

Secondo capitolo di una trilogia cinematografica che Seidl sta dedicando proprio al paradiso, Paradise: Faith - di scena oggi, in concorso - ha come protagonista Anna Maria, cinquantenne austriaca dominata dal suo cattolicissimo fervore. E infatti passa le sue ferie non in vacanza da qualche parte, ma visitando (o meglio invadendo) gli appartamenti della gente, soprattutto immigrati, per portare loro una statua della Madonna da tenere in casa, allo scopo di allontanare il peccato. Che per lei, guarda caso, si identifica quasi esclusivamente nel sesso. Ma è subito chiaro che il suo approccio alla fede è quasi erotico: lo si vede nella sequenza iniziale in cui si frusta, nel modo in cui indossa il cilicio e cammina sulle ginocchia, nel turbamento che prova quando una sera, attraversando il parco, si imbatte in un'orgia a cielo aperto.

Il registro del film, però, nella seconda parte cambia. Infatti a casa di Anna Maria torna suo marito egiziano e musulmano, che un incidente ha ridotto sulla sedia a rotelle. Lei considera l'accudirlo una prova che il Signore gli ha mandato, lui soffre la sua menomazione anche sessuale e dice frasi del tipo "sei una p******a come tutti gli austriaci". Il conflitto tra i due diventa sempre meno strisciante e sempre più concreto: tanto che in certi momenti più che a una rappresentazione dell'ossessione religiosa sembra di assistere a una versione europea e multietnica della Guerra dei Roses. Con l'uomo che butta giù tutte le icone delle fede di lei: compreso un ritratto di Ratzinger appeso in cucina (momento che ha provocato perfino qualche applauso in sala). E consensi più forti al film si sono sentiti al termine della proiezione.

Un buon avvio veneziano, per il regista. Che spiega come lo spunto del film gli sia venuto "dal fenomeno delle Madonne pellegrine, queste statuette che davvero vengono portate di casa in casa", e che costituiscono l'attività principale della protagonista. Una donna che, sempre secondo Seidl, "è delusa dall'amore, dagli uomini, è sessualmente frustrata e avverte un gran vuoto interiore". Come praticamente tutti i personaggi delle sue pellicole.

 
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