Extreme - Saudades De Rock, 2008

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view post Posted on 7/8/2008, 08:56

"Un sogno per alcuni, un incubo per altri"

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BAND: Extreme
TITOLO: Saudades De Rock
VOTO: 7,5
ANNO: 2008
GENERE:
CONTATTI:
ETICHETTA: Frontiers
RECENSORE: Alberto Capettini
RECENSIONE: Il nostro storcere il naso di fronte all’ennesima reunion che sembrava un modo elegante di racimolare soldi con la solita trafila di conferenze stampa, tour ed il ritrovarsi in studio è stata una reazione subito cancellata di fronte alla validità di un album, questo “Saudades De Rock”, che ci riconsegna gli eroi musicali di Boston, meglio noti come Extreme, in uno stato di forma realmente invidiabile.
La riconciliazione tra Nuno Bettencourt, Gary Cherone ed il fido Pat Badger vede la defezione del batterista Paul Geary (ormai più a suo agio nella sola veste di manager) ottimamente sostituito (e superato da un punto di vista squisitamente tecnico) da Kevin “Figg” Figueiredo importato dai Dramagods dello stesso Bettencourt: lo stile di Figg segue alla lettera i dettami del suo mentore della sei corde creando un vibe vagamente zeppeliniano molto intrigante e che permea un po’ tutti i 67 min. di questo album bello quanto inaspettato. Qua e là vengono riprese alcune suggestioni moderniste di “Waiting For The Punchline” (“Flower Man”) ma anche del Cherone solista (ci riferiamo ai Tribe Of Judah) a discapito delle velleità patinate dei primi lavori (quelli del grande successo commerciale); anche un pezzo come l’iniziale “Star” che ascoltata in preview su MySpace non sembrava niente di eclatante, in realtà mette in mostra quelle che sono sempre state le caratteristiche degli Extreme cioè i gustosi intrecci vocali (spesso con Nuno protagonista di ottimi controcanti come in “Interface”), un gioco di chitarra unico e una propensione alla melodia tipica solo dei grandi. Altri ottimi momenti li viviamo tramite “Learn To Love” pezzo trascinante con rimandi agli ultimi Incubus ed un paio di grandi prove vocali di Cherone su “Last Hour” e “Ghost”. Non ci rimane quindi che rivolgere una volta ancora un plauso alla Frontiers per essersi accaparrata i servigi di una band di prim’ordine e aver dato l’opportunità a questi validi musicisti di rientrare sul mercato addirittura in anticipo rispetto al loro paese d’origine.

 
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